Il problema degli sprechi alimentari affligge ogni ceto e ogni paese. Ecco i dati emersi dal report di UNEP.
Quante volte al giorno d’oggi si sente parlare di sostenibilità ? Tante, forse troppe se dopo tutto questo tempo gli argomenti sono sempre gli stessi. Spiccano su tutti gli sprechi alimentari che, secondo quanto riportato dall’UNEP nel Food Waste Index Report 2021, generano un emissione di gas serra pari a quello di un intero paese.
I dati sono allarmanti, soprattutto perché lo spreco di cibo è un problema trasversale che riguarda tutti i paesi e le popolazioni di ogni ceto sociale. Cosa si può fare per trovare una soluzione a questo problema?
Food waste index report 2021: gli sprechi alimentari fotografati da UNEP
Secondo l’UNEP, il programma delle Nazioni Unite che si occupa dell’ambiente, tra l’8 e il 10% delle emissioni di gas serra a livello globale sono dovute a cibo che non viene consumato. In altri termini, se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe la terza fonte di emissioni di gas serra.
Il problema non finisce certo qui. Osservando con più attenzione i dati raccolti dal Food Waste Index Report 2021, scopriamo che già nel 2019 si era arrivati a 931 milioni di tonnellate di cibo sprecato di cui oltre il 60% avviene a livello domestico (del rimanente, il 26% riguarda la filiera produttiva e il 13% le rivendite). Facendo una media procapite il dato che ne esce è allarmante: 121 kg di cibo sprecato a persona.
Il cibo però deve essere prodotto e qui si scopre che il 17% di quanto coltivato finisce nella spazzatura. Proseguendo a ritroso, 1.4 milioni di ettari di terreno vengono utilizzati per coltivare cibi che nessuno mangerà . Riuscite a intuire quanto questo vada a incidere sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici?
Come avviene lo spreco alimentare nel mondo
Il report inoltre smentisce una vecchia credenza secondo la quale gli sprechi alimentari riguardino soprattutto i paesi più sviluppati e le classi sociali medio-alte. Gli sprechi alimentari riguardano tutti i paesi e tutte le fasce della popolazione solo che coinvolgono due momenti diversi: nei paesi dove il reddito medio è più alto si è soliti gettare cibo che può ancora essere consumato ed è in quest’ottica che sono nate iniziative tipo Too Good To Go, mentre bei paesi in via di sviluppo lo spreco è legato alle tecniche di cottura che generano scarti non più commestibili.
Ma allora come possiamo raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030? In primo luogo dobbiamo cercare di mettere in atto comportamenti più sostenibili e questi partono, come è facile intuire, proprio dal fare la spesa. Infine occorre aumentare la consapevolezza su un fenomeno dannoso come altri, ma di cui si parla troppo poco.